Gianni Morandi
LA RINASCITA (1980-1999)
C'e' il tarlo di quella scottatura subita negli ultimi anni della sua carriere e la curiosità e la voglia di accertarsi del segno che ha, eventualmente, lasciato.
Ma non e' un reduce, non gioca la carta della nostalgia, il rientro avviene in un teatro romano, "L'Aurora", lo stesso nome del cinema degli esordi.
Allestisce uno spettacolo severo,”Cantare”, non ha un album personale, da anni nessuno e' più propenso a rischiare soldi in sue produzioni, cosi saccheggia il repertorio di cantautori come Bennato, Cocciante, Battisti, Conte, addirittura Piero Ciampi, il suo opposto negli anni '60.
Relega i suoi cavalli di battaglia fra i bis, ha con se il gruppo dei "Sole nero", poi Tazenda e due archi, un violoncello e un violino.
Lo spettacolo e' faticoso e bellissimo, il brano di apertura "Un giorno credi", la sua fotografia di quegli anni.
Resterà in cartellone una sola settimana a Roma, non avrà un vasto pubblico, ma servirà a Gianni a riprendere il gusto della sfida. Ha ricominciato a lottare, tenta di riappropriarsi di un suo ruolo, ma lo fa con umiltà, salendo un gradino alla volta, come se non avesse vissuto i trionfi che ha vissuto, come se non avesse venduto più di 20 milioni di dischi.
Ricomincia come un qualsiasi debuttante, senza indugiare sull'onda del passato ed anzi relegandolo in un angolo, è per quello che e' adesso che vuole essere giudicato, si presenta anche a Sanremo, con "Mariù" di De Gregori, Dalla e Ron ma non solleva grande interesse. Sarà nell'80, l'incontro con Mogol che gli farà ritrovare l'entusiasmo e la voglia di confrontarsi con il pubblico.
Grazie a "Canzoni Stonate", che riaccende il favore della gente , torna anche a fare serate, per merito di Fausto Paddeu, un impresario che non gli volta le spalle. Frattanto accetta di condurre San Vincent ‘81 e, Movie Movie, due programmi TV, e' comunque un’ occasione per ritornare nell'ambiente.
Ha ritrovato la voglia di fare, insieme con Mogol, Gianni Bella, Andrea Mingardi fonda la Nazionale Italiana Cantanti, è un modo di sfruttare la ritrovata popolarità a fini benefici, la squadra raccoglierà miliardi investiti nella creazione di ospedali ed opere di solidarietà, farà inoltre in modo, in un ambiente dove regna l'individualismo, che più artisti si leghino per uno scopo comune e saranno moltissime anche le collaborazioni artistiche nate negli spogliatoi.
Nell'82 una nuova trasmissione lo riporterà alla ribalta, "Tuttinsieme", e' di quest'anno anche la vittoria ad “Azzurro” con "Marinaio" dal Petruzzelli di Bari, che gli consentirà d'incidere un nuovo LP "Morandi".
Sulla sua strada c'e' un nuovo Sanremo, quello dell''83, vi partecipa con "La mia nemica amatissima" che lo impone come interprete di rango e gli conquista la stima anche di certa critica che non lo aveva mai amato, è dello stesso anno "Grazie perché" con Amii Stewart, che finalmente lo riporta ai primi posti in classifica. L'84 gli regala belle soddisfazioni con lo sceneggiato televisivo "Voglia di volare" di Murgia, che ottiene un audience da record e, soprattutto, con un nuovo album "Immagine italiana", che lo affranca agli occhi dei critici come voce più adatta a valorizzare la migliore canzone d'autore. Nell'85 c'e' un nuovo sceneggiato "Voglia di cantare", campione d’ascolti, ma Gianni non crede tanto al suo avvenire di attore, è la rimonta discografica che gli interessa.
Parte per una tournee teatrale, "Morandi in teatro", che conterà 210 date alla fine, dove con il solo supporto di un chitarrista, Michele Santoro, si propone nella sua veste ideale di interprete puro in un esperimento coraggioso, addirittura con brani eseguiti a voce nuda, che gli fa conoscere ampi riconoscimenti, nello stesso anno pubblica anche un nuovo album "Uno su mille", il cui brano portante diventa la sua bandiera, il simbolo della sua decisione nel riprendersi il successo. Il 1986 gli riserverà una sorpresa impensabile anche nei suoi anni d'oro, dopo il nuovo sceneggiato "Voglia di vincere", Gianni continua le repliche del suo tour teatrale “Morandi in teatro” da cui verrà tratto l'album omonimo, quello spettacolo gli procura il consenso della critica più severa che lo decreta vincitore del premio Tenco come migliore interprete, ormai e' un croner, e' vero che non le scrive lui le canzoni che canta, ma le fa sue, le rende personali, al punto di diventare interpretabili solo da lui.
Arriva, nel 1987, anche la prima vittoria al festival di Sanremo, con "Si può dare di più", cantata con Tozzi e Ruggeri, purtroppo l'annuncio e' funestato dalla notizia della morte di Claudio Villa, l'amico rivale di un tempo, Gianni rimarrà sconvolto, canterà praticamente in lacrime, soprattutto gli ritornerà alla mente quella Canzonissima del '67 e la morte della sua bambina, vissuta come ora, sul palco. Nel Settembre ’87, alla festa dell'Unita' di Bologna, Gianni si esibisce con un suo vecchio amico, Lucio Dalla, si divertono a scambiarsi i pezzi, il pubblico non lo sa, ma sta assistendo alla prova generale di quello che diventerà l'evento musicale del decennio. La data di partenza del tour Dalla-Morandi e' il 4 luglio ’88, dalle terme di Caracalla a Roma, toccherà i più bei luoghi storici d'Italia nei mesi estivi ed i migliori teatri in quelli invernali, avrà le caratteristiche del colossal. L'album da cui il tour e' tratto venderà 1.000.000 di copie, la regia della trance estiva sarà del futuro premio oscar Gabriele Salvatores, saranno più di 60 serate, verranno toccati anche altri paesi europei, quello che colpisce e' l'amalgama dei due artisti, l'energia di Gianni e la strategia di Lucio, e' la consacrazione definitiva per Morandi.
Ma sono in molti a pensare che non reggerà allo scioglimento del sodalizio artistico con Dalla, non considerano la sua determinazione, il suo talento, soprattutto la sua capacità di sacrificio. Sembra tranquillo ed invece si tormenta, va tutto bene adesso, meglio di prima, quando per spiegare i suoi trionfi si chiamava in causa la fortuna, ora gode di rispetto, ma c'e' qualcosa che lo inquieta, non e' più il ragazzino di 20 anni che prende tutto come viene, comincia a porsi dei dubbi, negli anni del silenzio ha imparato a guardarsi dentro e quando lo fa avverte una mancanza.
E' proprio una delle canzoni di quel fortunato album scritte per lui da Battiato "Che cosa resterà di me", a spiegare questo nuovo stato d'animo, non abbandona i principi che gli ha inculcato suo padre, non tradisce le idee che gli ha trasmesso, ma avverte un bisogno di spiritualità, comincia a frequentare la chiesa, contribuisce addirittura ad abbellire il campanile del suo paese.
Sarà proprio il suo amico Lucio Dalla a spingerlo sulla via della fede.
Con Lucio non s’interromperà nemmeno la collaborazione artistica, nel ‘89 sarà infatti proprio Dalla a produrre e scrivere il nuovo album di Moranti, "Varietà" che conquisterà pubblico e critica grazie a pezzi come il brano omonimo e "Bella signora" che fanno sì che Gianni s'impadronisca del cuore anche dei giovanissimi e si ponga in luce come interprete elegante.
E' di quell'anno l'idea di un tour fuori dagli schemi, "Sotto la tenda", inizialmente presentato da Red Ronnie e, successivamente, sostenuto solo da Gianni, il palco e' posto al centro della tenda e Morandi e' solo, esposto sui quattro lati all'entusiasmo della gente, si lascia toccare, invocare, ha con se solo una chitarra e alcune basi, i pezzi sono quelli richiesti dal pubblico, sarà anche questa una tournée interminabile, la negazione del divismo, con quello stare "dentro" la gente che scatena l'entusiasmo.
Nel ‘92 il suo incontenibile amore per il mestiere lo porta ad un'altra sfida, vuole provare a fare un album tutto suo dove, oltre che interprete sia anche produttore e, soprattutto, autore, pubblica "Morandi Morandi" e prima di partire per il nuovo tour gira "In fuga per la vita". Nel suo nuovo spettacolo si mette in luce una nuova interprete, Barbara Cola. Ci saranno più di 260 date, tutte esaurite.
C’e' di che montarsi la testa, credere che oramai niente più potrà farlo scendere dalla cima, ma Gianni pensa di dover restituire alla vita, di dover ricambiare, così parte per un concerto a Lourdes, nel 94, a titolo gratuito, a favore degli ammalati che lì si recano in cerca di sostegno spirituale. La visione di migliaia di sofferenti che gioiscono per il suo spettacolo lo commuove profondamente, tornerà negli anni successivi, coinvolgendo anche altri colleghi.
Ricompare nel ‘95 quella sua voglia di esserci, di rischiare, si presenta al Festival di Sanremo con una canzone di Panella, autore dell'ultimo Battisti, "In Amore", in realtà lo scopo finale di Gianni e' quello di lanciare la sua ottima corista Barbara Cola, infatti non inciderà il brano che si piazza al 2° posto, se non alla fine del '95 nell'album "Morandi", lascerà che sia lei a farlo nel suo CD, di cui lui sarà produttore insieme con Blasetti, con cui ha, intanto, fondato una nuova etichetta la "Penguin", che si trasformerà in "Mormora Music".
L'album “Morandi” e' un esempio della voglia di sperimentare di Gianni e della sua generosità, infatti sono giovanissimi gli autori e utilizza come musicista Marco, suo figlio, anche lui preso da quel male di famiglia che e' la musica. Nell'album c'e' anche una ghost-track, "Un uomo piccolo come me", che diventerà inno dell'Unitalsi, l'associazione di volontari che accompagnano i malati nel loro viaggio di fede. C'e' un nuovo sceneggiato in quel ‘95 "La voce del cuore", con Mara Venier, che registrerà audience da 10.000.000 di telespettatori e del cui tema musicale "Fino alla fine del mondo" Gianni sarà autore.
A novembre ‘95 ci sarà un prolungamento del fortunato concerto con Lucio Dalla sul palco del Madison Square Garden di New York.
Intanto Gianni incomincia a rallentare la corsa frenetica che lo ha portato a compiere tournee interminabili negli ultimi anni, incomincia a guardarsi intorno a scoprire che, ormai, i figli sono grandi, Marianna lo ha reso nonno di Paolo, Marco sta cercando la sua strada nel campo musicale, comincia a chiedersi a che cosa lo porti tutto questo correre, ha bisogno di un porto sicuro, di certezze affettive dopo le storie superficiali, vere o presunte, attribuitegli dai giornaletti rosa, lo trova in Anna Dan, manager bolognese, che lo conquista con la sua indipendenza ed il rifiuto delle luci della ribalta, soprattutto con la sua concretezza.
Anna avrà, oltretutto, il merito di riportare Gianni a casa, nella sua Emilia, nei luoghi della sua memoria.
E' ancora in tournee nel ‘96 ed il successo televisivo della ripresa del concerto al Teatro delle Vittorie di Roma sarà preludio di altre affermazioni simili che arriveranno fra poco. Il ‘97 e' un anno eccezionale per Gianni, interpreta un film per Monicelli "I panni sporchi" ed il 9 Agosto nasce Pietro, il suo terzo figlio che, avendo anticipato di qualche giorno, risolve anche un piccolo problema diplomatico, Morandi è' stato, infatti, chiamato a prendere parte al concerto di chiusura del Congresso Eucaristico di Bologna, alla presenza del Papa, pensando che la data avrebbe coinciso con quella della nascita del suo bambino, aveva declinato l'invito, suscitando il sospetto di certa stampa che il motivo fosse da ricercare nei suoi principi politici e facendo pensare che la sua "conversione" avesse solo uno scopo pubblicitario.
Naturalmente le polemiche si spengono la sera del 27 Settembre quando Gianni, davanti al Santo Padre interpreta "Un mondo d'amore" ed "Imagine".
Era difficile credere che Gianni avesse in un primo tempo deciso di rinunciare ad un appuntamento tanto importante, adducendo l'impossibilita' di lasciare, anche per poche ore, Pietro, ma e' proprio quella la verità, infatti in quell'anno Morandi incide "Celeste azzurro e blu", che esce in concomitanza con la nascita del bambino e per la prima volta non e' accompagnato da un tour.
Ha voglia di godersi il suo piccolo, Gianni, soprattutto pensando all'infanzia degli altri suoi due ragazzi che lui, quasi, non aveva seguito. E, forse, questa paternità è la più consapevole, ma non riduce l'affetto per Marianna e Marco, anzi nell'unico progetto in cui s'impegna quell'anno, la fiction "La forza dell'amore", vuole accanto a se sua figlia, è una specie di riconoscimento del talento di lei, infatti si e' sempre opposto a che recitasse, avrebbe preferito, avendo conosciuto i lati meno piacevoli del mondo dello spettacolo, tenerla fuori, quasi a proteggerla, aveva tenuto duro fino a quando lei si era iscritta all'Accademia di Arte drammatica, era un modo il suo, di vagliare la volontà di lei di seguire quella strada, gli ostacoli che le aveva posto servivano a costruirle una corazza che servisse a non farla arrendere alle prime difficoltà, quel volerla vicino adesso indica la coscienza della professionalità di lei.
Sono, il ‘97 e il ’98, anni dedicati alla famiglia, dopo tutto quel correre dell'ultimo periodo, non e' completamente fermo Gianni, infatti pubblica una raccolta "30 volte Morandi" con tre inediti, non e' come si potrebbe pensare, una semplice operazione nostalgica, Morandi non ha mai indugiato sul passato, non si e' mai adagiato sugli allori, i brani sono infatti riarrangiati e reinterpretati. Sono quelle canzoni entrate nell'immaginario collettivo e che attraverso la loro riproposizione consentono anche una specie di cavalcata in circa 40 anni di vita italiana.
Ma quello che in questo periodo riscuote il maggior interesse in Morandi è la scoperta di un nuovo sport, la maratona, con il gruppo Celeste di Bologna si allena quotidianamente e partecipa anche a diverse gare in Italia, nel Novembre ‘98, addirittura, decide d'iscriversi alla maratona di New York, ad allenarlo e supportarlo chiama Laura Fogli, veterana della gara. Otterrà un risultato straordinario, piazzandosi 8.883° su 40.000 concorrenti con un tempo di 3 h. 52' , non finirà qui, infatti Gianni tornerà alla stessa gara l'anno successivo migliorando il suo tempo di 13 minuti e nel Novembre 2003 terminando la gara in 4h. 10’.
E' simbolico che abbia scelto proprio questo tipo di sport che, a ben vedere, riassume quello che è il suo modo di vedere la vita, sforzo, abnegazione, richiedere il massimo al fisico, sottometterlo alla volontà, quel non arrendersi alle difficoltà, tenere duro per raggiungere un obbiettivo e scegliere di tornare a partecipare, per migliorarsi, anche di poco, di qualche minuto, un gradino alla volta come già ha avuto modo di dimostrare di saper fare anche nella carriera e la felicità per il traguardo raggiunto è palpabile , la sua foto sarà quella scelta da Higdon per la copertina del libro Marathon. Un traguardo, attenzione, non la meta finale, quella ancora non si vede, ogni volta è spostata un po' più in là.
E c'è un altro di questi traguardi da raggiungere nel ‘99, è una nuova trasmissione televisiva, "C'era un ragazzo", questa volta sarà Marco ad affiancare suo padre, ha il ruolo del guastatore, il rischio è quello dell'auto celebrazione, peccato che Gianni non conosce, compito del ragazzo è quello di tenere a terra il cantante con l'ironia, se la cava benissimo, ottenendo consensi e contribuendo, decisamente, all’ottima riuscita del programma, che è elegante, garbato, scivola su 40 anni di carriera senza mai impantanarsi in facili trionfalismi, vengono chiamati a testimoniare numerosi colleghi con cui lui duetta non solo sui suoi brani, ma, soprattutto, generosamente, su quelli degli altri.
Sarà un grande successo, il migliore varietà degli ultimi anni, aprirà la strada alla proposizione della musica in tv. E' naturale che Morandi venga chiamato a duettare con Pavarotti nel suo spettacolo annuale "Pavarotti and Friends".