Gianni Morandi

L’ EXPLOIT (1962-1970)

E' del 1962 "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte", seguito da "Ho chiuso le finestre", e "Sono contento" il primo brano di cui sarà anche autore. Già a diciannove anni è un numero uno, pubblica il suo primo LP Ma Gianni sta crescendo e la sua voce viene rivista in un ottica più adulta, si pensa di abbandonare i toni allegri e rivolgersi al melodramma, Migliacci, Zambrini e Morricone (arrangiatore), scrivono per lui "In ginocchio da te", il lato b "Se puoi uscire una domenica sola con me" ricalca però le canzoni precedenti, caso mai il pubblico non avesse gradito il cambiamento. Siamo nel 64, Gianni vince il Cantagiro e assapora, a nemmeno venti anni, il trionfo. Diventa l'Italia, tutti si sentono suoi amici, mogli, padri, madri, per un naturale processo di identificazione. Cominciano ad arrivare molti soldi in casa Morandi, ma papà Renato che ne è l'amministratore, deposita tutto, con oculata severità, in un libretto al portatore, perché: "tutto può finire da un momento all'altro" e mai metterà piede, con il figlio, in un ristorante prima o dopo un concerto perché l'occorrente per la cena viene portato da casa.

Prima di girare il suo primo film "In ginocchio da te" compie anche una tournée di 40 giorni in Giappone, con Paoli, Fidenco, Michele, Jenny Luna, Rosanna Fratello, organizzata da Aragozzini e con un fotografo d'eccezione, Gianni Boncompagni. Gianni è sul set nell'ottobre 64, la protagonista femminile è Laura Efrikian, figlia di un direttore d'orchestra, noto esperto di musica barocca, soprattutto di Vivaldi, Laura è colta, lontana da lui per esperienze, diplomata alla scuola del Piccolo teatro di Milano, Gianni se ne innamorerà subito e girerà con lei nel febbraio '65 "Non son degno di te", tratto dal suo nuovo successo con cui ha appena vinto "La prova del nove" ed "Il festival delle rose".

Ha i suoi risvolti negativi questa onda che travolge Morandi, non può più passeggiare senza essere assalito dai fans, ed è praticamente costretto a vivere costantemente in vetrina. Migliacci e Zambrini gli confezionano nello stesso anno "Se non avessi più te" , da cui verrà tratto il nuovo film con Laura. Siamo agli inizi del '66 quando Gianni di ritorno da una tournée in Sud America, gira il suo nuovo film, "Mi vedrai tornare", con Elisabetta Wu. Ma incomincia a puntare i piedi, ha voglia anche lui di normalità, vuole sposarsi, la storia che sta vivendo è troppo importante, citata addirittura da Papa Paolo VI, che parlerà della purezza dell'amore riferendosi a due ragazzi persi nei loro giochi sotto le sue finestre, erano proprio Gianni e Laura i due innamorati in questione. I discografici temono la perdita di consensi delle fans, che vedono in lui il fidanzato ideale, fanno di tutto per far "ragionare" Gianni, senza risultato, oltretutto Laura aspetta il suo primo bambino e lui ha ancora la mentalità del montanaro, per arrivare alla data del matrimonio, il 13 luglio 1966, l'unica possibile fra i vari impegni, ci vogliono due mesi, inventa un matrimonio di convenienza, in Scozia, a Gretna Green, per mettere a tacere voci pettegole di un Italia ancora troppo paesana in quegli anni di boom economico. Ha ragione lui sulle nozze, non li perde i consensi, semmai li guadagna, Laura è stata l'eroina di tanti sceneggiati televisivi è facile identificarsi in lei per le tante ammiratrici, oltretutto è una bella coppia, vengono praticamente adottati dall'intero paese.

L'imminente paternità spinge Gianni a cercare di rinnovarsi anche in campo professionale, vuole staccarsi dalle canzoni melodiche, cercare testi più impegnati. Dopo la vittoria al "Cantagiro '66" con "Notte di ferragosto", l'occasione gli viene offerta da una cruda ballata scritta da Migliacci e Lusini: "C'era un ragazzo che come me amava i Beatles ed i Rolling Stones". La presenta al festival delle Rose di quel '66, ma per il pubblico e' un brano troppo dirompente rispetto al cliché di Morandi, la canzone verrà anche censurata dalla TV e non avrà il successo sperato, nonostante venga ripresa da Joan Baez , diventerà, successivamente, una cult-song degli anni '60. Conviene fare qualche passo indietro, viene puntata l'attenzione sul brano b "Se perdo anche te" che, discograficamente, funziona meglio.

Pochi mesi dopo tenta però una nuova carta, gira, per la regia di Duccio Tessari, "Per amore per magia", quasi un musical, ma anche stavolta la sua ansia di rinnovamento non viene premiata, per la prima volta i botteghini gli danno torto. E' ormai l'inverno del '67, quando Gianni è in gara in "Scala Reale", il suo rivale di quell'anno e' Claudio Villa, idolo di mamma Clara, Gianni ricorda ancora, quando una mattina passò da Monghidoro con un enorme macchina bianca e degli strani mezzi guanti, l'accalcarsi del paese per vedere il divo, ed anche lui, Gianni, c'era andato, per mano a sua mamma, ma erano rimasti un po' in disparte, faceva troppa soggezione quel grande cantante.

Il 6 Gennaio '67 e' il giorno della finale, ma e' un giorno maledetto, solo poche ore prima, Laura ha dato alla luce Serena, la bimba, nata prematura, non e' sopravvissuta, ma la sua mamma non sa ancora niente, Gianni canta senza far trapelare nulla anche per non influenzare il pubblico. Il brano scelto e' "la Fisarmonica", ma canta con la testa e il cuore da un'altra parte, sarà Claudio Villa a spronarlo ad esibirsi ed a vincere. L'incisione di un "Mondo d'amore", è quasi un addio, c'e' un appuntamento ormai inderogabile: il servizio militare, partirà il 7 Febbraio 1967 per Arma di Taggia e successivamente raggiungerà Pavia.
Se si esclude l'incisione di "Mezzanotte fra poco", sono 15 mesi di ritiro assoluto, Laura e' sempre vicino a lui, ma perde i contatti con il pubblico, oltretutto in un periodo di piena contestazione e di sovvertimento di tutti i canoni, compresi quelli musicali, quando si congeda il 25 Aprile 1968, non sa se c'e' ancora posto per lui. I suoi timori sono infondati. I suoi ammiratori sono ancora tutti lì, sarà "Senza Rete" il primo spettacolo a cui parteciperà per il rientro. Incide "Chimera" con cui ottiene un secondo posto al Cantagiro, vinto quell'anno da Caterina Caselli. Subito dopo interpreta il film omonimo e poi parte in tournee per gli Stati Uniti.

I mesi di silenzio lo hanno reso più deciso, deve recuperare il tempo perduto, la sua stella si riaccende il 6 Gennaio ‘69, quando, con "Scende la pioggia", stravince Canzonissima. Pochi giorni dopo, il 14 Febbraio ’69, diventa finalmente papà di una bellissima bambina, Marianna. La ruota della fortuna ha ripreso a girare dalla sua parte, ha addirittura tre brani in classifica, "Scende la pioggia", "Il giocattolo", "Tu che m'hai preso il cuor", basta che compaia il suo nome per fare di una canzone un successo. Al Festival di Sanremo di quell'anno viene presentata "Zingara", è firmata da Albertelli & Riccardi, ma si viene a sapere che Gianni ha collaborato alla composizione della musica, sarà lui a suonare la chitarra nell'incisione di Bobby Solo e sarà questo il brano che trionferà, interpretato anche da Iva Zanicchi. In quella primavera gli sarà dedicato anche uno special "Buonasera con Gianni Morandi", con regia di Antonello Falqui. Va tutto bene come prima, come sempre, si può concedere il lusso di recitare in un film non musicale "Faccia da schiaffi", ma e' nel 1970 che interpreta il suo primo film importante: "Le castagne sono buone" di Pietro Germi. Il decennio che si apre e', però, denso di incognite, sono anni di cambiamenti radicali, in tutti i campi, compreso quello della musica, ma questi sembrano non offuscare l'immagine di Morandi che continua a rappresentare i valori positivi del tempo passato, ma e' lui a non starci più, si sente sorpassato, avverte, impellente, il desiderio di cambiare rotta, nonostante l'ennesima vittoria a Canzonissima ‘70 con "Ma chi se ne importa" e due importanti trasmissioni radiofoniche "Morandissimo" e "Batto quattro".

Nella primavera del ‘70 si presenta all' Eurofestival con un brano di un suo vecchio amico, Lucio Dalla e di Ron, "Occhi di ragazza" che non gli consentirà un buon piazzamento , arriverà 11° seguito, al 12° posto, da Julio Iglesias. In autunno partecipa al Festival di Venezia con un pezzo completamente fuori dai suoi schemi "Al bar si muore", lasciando interdetto il suo vecchio pubblico, che non riconosce un Morandi contestatore ed attento alle problematiche giovanili e scettico il pubblico nuovo che sospetta un'operazione commerciale. Deve nuovamente ripiegare, d'altra parte non ha più grandi possibilità nello scegliere nuovi pezzi, si stanno affermando cantautori politicizzati ed impegnati , che stanno relegando gli interpreti, come lui, nel ruolo di sopravvissuti


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